martedì 19 giugno 2012

La Scuola anacronistica



Maurizio Chierici si domanda sul Fatto come mai nelle scuole italiane l'insegnamento della Storia termini sistematicamente una volta trattati gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, o tutt'al più all'immediato dopoguerra. Me lo domando anch'io.
Perchè mai un bambino di terza elementare può imparare nei dettagli il processo di mummificazione, mentre molti ragazzi che hanno passato la maturità non conoscono nemmeno il periodo in cui si è svolta la Guerra del Vietnam (e talvolta nemmeno dove!)?
La Costituzione, questa sconosciuta? E la Guerra fredda, il '68, Martin Luther King, il '77, le lotte operaie, la strategia della tensione, il terrorismo, Piazza Fontana, il Reaganismo, la globalizzazione?
C'è chi sottolinea come in effetti dal 1945 ad oggi si viva in una sorta di strano limbo spesso considerato anche da molti storici come "fuori dalla storia", ma in effetti questa è una visione come minimo riduttiva e parziale anche dello stesso mondo occidentale.
Resta comunque un problema enorme: se uno degli obiettivi acclarati della disciplina storica è fornire gli strumenti necessari per leggere le vicende contemporanee, come mai non vengono date nozioni basilari di politica, economia, geografia e cultura?
Per fare un paragone con la genetica, gli eventi del mondo contemporaneo sono figli di quelli avvenuti negli ultimi 50-60 anni, ed i "caratteri ereditari" proverranno prevalentemente da essi.
Mancano gli strumenti critici necessari? Non si dispone di informazioni "oggettive" e "depurate da visioni ideologiche"(??)?
O invece, come scrive qualcuno nei commenti all'articolo di Chierici, se sono un prof. e spiego agli studenti che dalla formazione dello stato di Israele si sono succeduti massacri di civili palestinesi imponenti, qualcuno si potrebbe arrabbiare e darmi dell'antisemita?
Se come studente chiedo di Vito Ciancimino e del sacco di Palermo nei '60, il mio vecchio professore democristiano poi mi rimanda a settembre?
Non vorrei crederlo, significherebbe che forse non siamo in una democrazia come immaginavamo.
Che quando parliamo di "senso critico" in realtà ci riempiamo soltanto la bocca di belle, quanto vuote parole.

2 commenti:

  1. E LE FOIBE?

    Vabbè... come se esistesse una storia imparziale, oggettiva e completa...
    Diciamo la verità, non si può parlare di storia contemporanea perchè ancora non si è vissuta la fase di "revisione". Finchè non si consolida un punto di vista socio-culturale predominante, ogni anilisi risulterebbe parziale e/o politicizzata per la crescita dell'alunno agli di occhi di qualcuno.
    Poi ancora con sta storia della democrazia...

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  2. Grazie per il commento, è il primo del blog (seppure Anonimo).
    Comunque ciò a cui mi riferivo nel post non era l'idea di fare un corso di controinformazione alle scuole medie, ma semplicemente ritengo doverosa almeno un'infarcitura di quelli che sono stati gli eventi chiave dal secondo dopoguerra ad oggi. Poi gli approfondimenti politici, economici e socio-culturali possono venire dagli studenti, se sono interessati a capire perché oggi ci si trovi in una situazione come quella che stiamo vivendo.
    PS: la battuta è, precisamente, "...e allora le foibe?!" :-)

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